L’alimentazione fresca del nostro gatto

L'alimentazione casalinga (fresca) del nostro gatto

Il gatto è un CARNIVORO STRETTO e in natura si nutrirebbe di roditori o altre piccole prede, come fa il suo cugino selvatico, ma non disdegna cereali (in piccole quantità), frutta e verdura.

Il gatto, rispetto al cane:

  • ha un maggior fabbisogno proteico
  • NON è in grado di convertire il beta-carotene in vitamina A
  • NON è in grado di sintetizzare l’acido arachidonico (acido grasso poli-insaturo), naturalmente presente nelle cellule di animali
  • NON è in grado di sintetizzare l’amminoacido taurina (acido 2-amminoetanosolfonico)

Il gatto tollera diete ricche di proteine animali e grassi ma digerisce con difficoltà l’amido (cereali, pasta, riso…) a meno che non che non venga somministrato in piccole quantità e ben cotto.

Il metabolismo del gatto permette la trasformazione delle proteine in energia e glucosio (zucchero semplice), a differenza di altre specie che allo scopo hanno bisogno di introdurre grassi e zuccheri con la dieta.

Alcuni principi essenziali nel suo regime alimentare sono la taurina e l’arginina (amminoacidi contenuti in molte proteine animali, meno in quelle vegetali), l’acido arachidonico (contenuto soprattutto nei grassi animali), la vitamina B6 e la niacina (presenti nei tessuti di origine animale).

La carenza di uno o più di questi elementi, provoca danni alla salute (in assenza di taurina il gatto muore).

Un’alimentazione a base di vera carne fresca è quindi un importante fattore di prevenzione nei riguardi di varie malattie.

Un gatto, nei periodi di crescita, gravidanza e lattazione (nella madre il fabbisogno cresce del 20-25% rispetto al normale), richiede un maggior apporto nutritivo di un soggetto adulto che svolge una normale attività.

Il fabbisogno alimentare di un gatto libero rispetto a uno che vive in appartamento è superiore del 10%, o del 20% se è esposto al freddo.

Queste quantità si riducono invece se il gatto è anziano, pigro oppure sterilizzato.

Attenzione: le diete commerciali per cani non sono formulate per le esigenze del gatto, essendo troppo ricche di cereali, amido e molto povere di grassi e proteine nobili oltre ad essere carenti di taurina.

Somministrare crocchette per cani a un gatto può causare:

  • malnutrizione proteica data da insufficiente quota proteica dell’alimento
  • miocardiopatia dilatativa, degenerazione retinica e disturbi della fertilità dovuti a carenza dell’amminoacido taurina
  • cheratocongiuntivite secca, cataratta e disturbi riproduttivi per carenza di vitamina A
  • anoressia, diarrea, perdita di peso, febbre, iperammoniemia da carenza di vitamine o amminoacidi specifici (niacina, arginina)
  • difetti congeniti e riproduttivi per carenza di acido arachidonico

La dieta del gatto adulto

Per un gatto adulto, si può scegliere cibo fresco (scelta migliore) o un ottimo mangime di produzione industriale.

L’ideale sarebbe abituare l’animale ad assumere entrambi, cosa non facile in quanto spesso i gatti hanno l’abitudine di nutrirsi con un solo tipo di cibo in scatola o un solo tipo di carne (polmone, fegato) o di pesce.

Questa “dipendenza” è un errore dietetico gravissimo da parte del proprietario ed è in contrasto con il principio di una buona alimentazione, secondo il quale qualsiasi singolo alimento costituito da un solo ingrediente non dovrebbe rappresentare più di un quarto della dieta totale.

Altro errore spesso commesso da chi possiede un gatto è l’aggiunta di integratori vitaminici e minerali: le intossicazioni da vitamina D e A, a causa delle integrazioni superflue con oli di pesce, sono più diffuse della loro carenza e possono portare a squilibri nel metabolismo minerale nel suo complesso.

Perciò se il gatto e in buona salute e viene nutrito con una dieta equilibrata e soprattutto varia, non necessita di alcuna integrazione minerale o vitaminica.

Le fonti di proteine non sono soltanto le carni ma, se tollerati, si possono usare in alternativa uova, formaggi o pesce, naturalmente senza eccedere.

Evitare rigorosamente gli insaccati perché possono indurre nel gatto il rifiuto di tutti gli altri tipi di cibo.

Il fegato può essere usato ma non in quantità eccessive, può provocare diarrea, oltre che una ipervitaminosi A con conseguenze gravissime.

Il latte può essere somministrato dopo lo svezzamento e costituisce un ottimo alimento, ma in certi soggetti può provocare diarrea per la diminuita produzione di lattasi, un enzima che permette la digestione del lattosio.

La carne (muscolo) può costituire gran parte della razione alimentare, ma da sola non basta a soddisfare i fabbisogni del gatto, perciò è utile integrare la dieta con altri alimenti contenenti soprattutto grassi, in minor misura, zuccheri e fibra.

Gli ossi e le lische di pesce non dovrebbero essere dare ai gatti se non finemente triturate, perché esiste il pericolo che possano scheggiarsi e causare gravi danni a esofago, stomaco o intestino.

Se volete approfondire questo importantissimo argomento sulla corretta alimentazione naturale per il vostro micio, vi consiglio di leggere questo interessante articolo della Dott. Maria Mayer.

Petfood: come leggere un’etichetta di cibo per cani e gatti