Standard del Sacro di Birmania
Il Sacro di Birmania è un gatto dalla personalità assai complessa e molto difficile da decifrare.
Il Birmano, forse proprio per confermare ulteriormente la sua imprevedibilità, riesce a instaurare con il suo padrone uno splendido rapporto basato sull’amore e sulla fiducia.
La raffinata preziosità del suo aspetto, il carattere misterioso che non ha nulla di “selvaggio” lo rendono un gatto così particolare da giustificare pienamente il suo nome ufficiale: “Sacro di Birmania”.
Originario della Birmania, appunto, essendo un gatto sacro non gli era consentito di uscire dai templi, nonostante questa rigidissima regia protettiva pare che intorno agli anni Venti del Novecento il miliardario americano Cornelius Vanderbilt, nel corso di una crociera in Oriente, fosse riuscito a tenere, forse corrompendo un’inserviente di un tempio, un maschio e una femmina.
I loro discendenti, stabilitisi in Francia, si riprodussero e prosperarono. Come tante altre razze, a causa della seconda guerra mondiale, anche il Birmano rischiò l’estinzione: se ne salvò soltanto una coppia dalla quale con molta cura e pazienza, venne ricostituita tutta la razza.
Il Sacro di Birmania è un gatto dallo splendido carattere, un poco timido e molto sensibile; non è certo un attaccabrighe, noioso o chiassoso, ma se non ottiene quello che vuole “mette ti muso” ed è capace anche di fare piccoli dispetti.
Ama molto il gioco, anche in età avanzata, ed è proprio attraverso il gioco che socializza facilmente.
Poiché ha bisogno di muoversi molto, per lui, sopratutto da cucciolo, giocare con una pallina rappresenta la soluzione ideale a questa sua necessità e, cosa interessante, proprio con la pallina gli si può insegnare il riporto, attività che pochissimi gatti sono in grado, o sono interessati, a fare.
Il gatto Birmano appartiene al gruppo delle razze feline che recano i geni siamesi, infatti ha il mantello di colore chiaro con le punte (muso, zampe, orecchie e coda) scure e i suoi occhi sono blu, con tonalità che variano dal celeste chiaro all’ardesia.
Il dorso è beige dorato e la pancia è bianca come i piedi, detti guanti, che sono la sua caratteristica principale: il bianco deve essere puro e non deve mai oltrepassare l’attaccatura delle dita.
La testa è solida, ampia e arrotondata anche se, vista di profilo, risulta leggermente pii lunga che larga. Il naso, dal profilo convesso, ha il tartufo rivolto verso il basso.
Gli zigomi sono alti e ben marcati, la mascella è robusta e il mento torte. Il corpo è leggermente allungato e massiccio; l’ossatura pesante con una solida muscolatura.
La sua dimensione è situata tra il medio e il grande; le zampe sono forti e corte, con piedi arrotondati e grandi. La coda, di media lunghezza, deve essere proporzionata al corpo.
Il pelo del Birmano è semi lungo sui fianchi e sul corpo, molto abbondante nella collaretta, in particolare nei maschi, e ha una tessitura setosa con un sotto pelo scarso.
Il colore del pelo su corpo del birmano è sempre beige dorato, con la pancia e i “guanti” bianchi, ma i colori delle punte possono variare molto, infatti possono esserci diversi colori:
La toelettatura del Birmano è semplicissima, sia perché il suo pelo semi lungo è molto setoso e non fa nodi, sia perché, come abbiamo detto, ha un sottopelo scarsissimo.
Normalmente basterà una buona spazzolata settimanale eseguita con una spazzola morbida, mentre nel periodo della muta sarà necessaria qualche cura in più per eliminare i nodi di lanugine che potrebbe formarsi.